Pinocchio e Collodi sul palcoscenico del mondo
Editore: Bertoni editore
Genere: saggio
Data pubbl.: 2020
Editore: Bertoni editore
Genere: saggio
Data pubbl.: 2020
Agli studenti del Liceo Visconti
Peter è tedesco, viaggia da solo sul treno su cui siamo saliti noi in Svizzera e che è diretto a Milano. Sorride e a tratti ride guardando il giornale che regge in mano davanti a sé e io non resisto dalla voglia di chiedergli perché rida.
“È Balottelli che mi fa ridere”, dice, “quel tirchione!”
Ha detto geizig, avaro, ma lo ha detto con un tono così divertito che ho avvertito subito il superlativo. “Quando esce con una ragazza non vuole mai pagare la cena!” e si fa una bella risata.
Giovedì 9 novembre si terrà “Il Festival Internazionale di Promozione del Libro e della Lettura” promosso da un’isola in rete di Castelsardo e il Centre Culturel Italien Paris.
Alle ore 17:00 c/o la sede del Centre Culturel Italien (rue de Prêtres Saint-Séverin, 4 nel V arrondissement) ci sarà la presentazione del libro intervista a Roberto Innocenti, “Le conte de ma vie” (Gallimard, Paris 2015).
Un giorno di settembre, o forse di ottobre, un Re si svegliò molto presto, proprio nel momento in cui la prima allodola cominciava a gorgheggiare. Era un Re molto vecchio, così vecchio che nessuno degli amici, parenti e dignitari conosceva esattamente la sua età. Dalla sua lunga barba bianca, cosi lunga che preferiva portarla intrecciata in una grande treccia, si arguiva che poteva avere circa centoquaranta anni.
Parecchi anni fa, mentre camminavo a Berlino nel cimitero St. Matthäus Kirchhof a Schönenberg, mi capitò di imbattermi in quattro tombe uguali di fronte alle quali mi fermai stupita. Due racchiudevano il sonno eterno dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, le altre due quelle dei figli di Wilhelm. Quel ricordo mi è venuto in mente di colpo leggendo un libro molto bello che è uscito nel 2012 nella collana di Giulio Perrone Passaggi di dogana, ma che mi è capitato di leggere in questi giorni, Nel paese delle fiabe. La Germania magica e misteriosa dei fratelli Grimm, di Saverio Simonelli.
Ero davanti alla finestra non so da quanto tempo e fissavo un punto in mezzo al mare. Non mi ero nemmeno accorto che era entrato qualcuno nella stanza, poi ho avvertito una presenza accanto a me. Mi sono girato e ho visto che Ana Maria tutta vestita di azzurro era in mezzo alla stanza. Le ho detto: “Muchacha, fatti vedere”, e afferrandole una mano le ho fatto fare una giravolta su se stessa. “Che bel vestito”, le ho detto, “ti sei vestita di sprazzi di cielo”, poi l’ho accompagnata alla finestra e l’ho spinta davanti al davanzale: “Sporgiti, fissa quel punto” le ho indicato.
“Grazia Deledda I luoghi gli amori le opere” sarà presentato il 18 febbraio alle 17:30 in via Annone 4/d (Metro B1 S. Agnese Annibaliano).
Intervengono, insieme all’autrice: Simone Pisano, docente di Linguistica Università Guglielmo Marconi, Maria Vittoria Migaleddu con le letture di Rosalba Mereu. Verrano esposti alcuni dipinti di Nicolina Deledda gentilmente messi a disposizione dalla Famiglia Morelli.
Il libro apre una nuova prospettiva sulla biografia di Grazia Deledda infatti, grazie al ritrovamento, presso biblioteche europee, di lettere e cartoline inedite, mostra il suo intenso scambio intellettuale con numerosi interlocutori stranieri. Indaga e documenta la fitta rete di rapporti tra la Deledda e l’ambiente intellettuale e artistico italiano e romano in particolare.
Rossana Dedola, Antonio Pibiri, Chiaro di terra, Postfazione di Davide Zizza, L’arcolaio, Forlì 2016.
La fotografia di Saul Leiter, Ana, scattata a New York nel 1950, e scelta per la copertina del libro di Antonio Pibiri “Chiaro di terra”, mostra il viso della donna illuminato solo in parte, mentre il resto è in ombra. Saul Leiter considerava le sue fotografie come frammenti di possibilità senza fine e questa spiegazione sembra dirci qualcosa anche di quest’opera di Pibiri in cui i dettagli paiono ridotti all’osso, all’essenziale, eppure rimandano sempre a altre esperienze, a altre possibilità. Il titolo della raccolta contiene in sé un’immagine astronomica: con l’allineamento del sole con la terra e la luna, e prendendo come punto di riferimento quello lunare, si può assistere, come hanno potuto fare gli astronauti in orbita nello spazio, alla visione del nostro pianeta illuminato dal sole, all’immagine della terra che risplende nel cielo. Il chiaro di luna è sostituito dal chiaro di terra, i dettagli vengono a essere giustapposti a una visione cosmica e ciò che la terra rappresenta, il basso, l’ombra, sembra essere fortemente attratto verso l’alto.
Il regno delle Madri è inconoscibile, fuori dal tempo e dallo spazio, puro principio. Le Madri, usato al plurale, è il nome dell’ignoto: “Die Mütter sind es” (“le Madri sono ciò”). Le dee madri più antiche, le grandi madri mediterranee erano grotte, caverne, colombe, rappresentate da statuine steatopigiche o da quelle a forma di violino delle isole Cicladi. Le grandi madri della Sardegna anche in alabastro hanno il naso pronunciato, i seni, e le braccia che allontanandosi dal busto formano una croce, ma potrebbero essere ali.